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Filosofia Teoretica
Non è la società che produce la violenza, è la violenza a generare la società. (R. Girard)
Un esame di filosofia brillantemente superato meraviglia più me che le persone che mi sono vicine. Evidentemente costoro, che ringrazio per la stima, ignorano il fatto che non saprei nemmeno definire cosa si intende per Filosofia Teoretica.
Dal tema del corso, “Alle origini del male: un confronto con Renè Girard e Martin Buber”, al di là dei due nomi a me sconosciuti fino a pochi mesi fa, si intuisce subito la vastità e la delicatezza del tema affrontato: il Male.
Il percorso di studio ha evidenziato come il male colpisca da ogni lato grazie alla sua capacità di essere occulto e mimetico, ubiquo e subdolo e di come abbia tante origini: la pulsione di morte che spinge alla distruttività (Freud); dai deliri della razionalità (Scuola di Francoforte); dal mimetismo del desiderio umano (Girard); dall’onnipresenza del potere (Foucault); dalla resa della coscienza alla propaganda e dai ricatti della paura e del terrore (Arendt); da un evento che accade nell’Anima (Buber).
Per Buber la chiave di lettura è in un’ermeneutica dei miti che narrano l’inizio della rovina dell’umanità. Mettendo a confronto in particolare il mito biblico (di Adamo ed Eva e di Caino) con quello iranico dell’Avesta mostra come la lotta (individuale) con il male deve cominciare dalla propria anima. “La conferma dell’indecisione è la decisione a favore del male”. Quello che per la Genesi è la punizione di Dio, per Buber è l’intervento che li protegge dalla pena eterna di rimanere indecisi sulla direzione da prendere. Dio da loro un cammino per un nuovo inizio perché la gestazione dell’umanità deve essere continuata.
Nel suo libro-intervista “Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo” R. Girard indaga il meccanismo sacrificale. La sua analisi parte dal perché l’uomo compie sacrifici (necessità dell’uomo a indurre la divinità a mostrarsi) per poi analizzare la sua natura Mimetica (che fatalmente porta ad una società conflittuale e violenta), il meccanismo del capro espiatorio, il male come linguaggio universale, l’innocenza della vittima. E’ la Bibbia, ed in particolare i vangeli, a rivelare “le cose nascoste sin dalla fondazione del mondo” ossia il sacrificio come omicidio e violenza e l’innocenza della vittima.
Molte le “rivelazioni” e le implicazioni teologiche scaturite dalla lettura delle opere di questi due autori, li consiglio a chi vuole conoscere le radici della nostra umanità e comprendere il messaggio con il quale Gesù “ha squarciato il velo del Tempio”.
Ripubblicato dopo che per errore FlatNuke ha cancellato il post ... mi scuso se incompleto.
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